Quante volte dopo pranzo, anche se avete mangiato un intero piatto di pasta, sentite quel buco allo stomaco, preciso per un pezzo di dolce, o un po’ di cioccolata?
E quante volte, con tutte le buone intenzioni di seguire una dieta decente, cercate di ingannarvi mangiandoci un po’ di frutta?
E quante volte poi, dopo la frutta, cedete e mangiate anche qualunque cioccolatino, barretta, caramella vi trovate davanti?
Eh, mi dispiace, ma il cervello non si inganna! Anzi, meglio: l’intestino non si inganna!
Dovete sapere infatti ci sono delle cellule speciali nel nostro intestino in grado di dirvi la differenza tra gli zuccheri ricchi di calorie, ad esempio saccarosio, e quelli che potremmo classificare come dolcificanti, tra i quali rientra anche il fruttosio.
I ricercatori della Duke University scoprirono queste cellule nervose dell’intestino, capaci di trasmettere un segnale al nervo vago, che poi manda il messaggio al cervello. Per questo studio, diversi tipi di cocktails con differenti zuccheri e dolcificanti furono somministrati direttamente all’intestino di topi da laboratorio e contemporaneamente fu misurata l’attivitá elettrica del nervo vago: tutti gli zuccheri attivano il segnale tranne il fruttosio. Questo spiega perché una mela non da la stessa soddisfazione di cucchiaio di nutella.
Ci piacerebbe immaginare i neuroni che fanno ció come dei piccoli omini in un centro di smistamento che dividono zucchero e dolcificante; ma il meccanismo biochimico alla base è un po’ piú complicato. Si è visto infatti che solo le molecole di zucchero con alto apporto calorico, eccitando questi neuroni, liberano glutammato, mentre i dolcificanti liberano ATP. Questi due diversi segnali, veicolano un messaggio diverso lungo il nervo vago che quindi viene tradotto in modo diverso dal cervello. Nel primo caso dice “ok, l’apporto glicemico é abbastanza soddisfacente” mentre nel secondo “Piú zuccherooo!”.
Ma perché il nostro cervello ha bisogno di questi segnali? Perchè dolce è buono?
No, in realtà ci potrebbe essere un motivo evolutivo piú interessante: negli animali questo dovrebbe spingere alla ricerca di un cibo piú ricco di calorie.
Insomma, se per mangiare doveste lanciarvi da un ramo all’altro o correre velocissimi, ne deve valere la pena, non ha senso farlo per qualcosa Sugar-free!
L’asse intestino-cervello è un argomento sempre piú studiato, che negli ultimi anni ha aperto le porte a moltissime ricerche diverse. In questo caso in particolare, potrebbero portare a studiare nuovi dolcificanti in grado di stimolare questi neuroni e farci provare con un piatto di frutta la stessa soddisfazione della fetta di torta alla quale non riusciamo a dire di no dopo pranzo!
Fonte:
Buchanan, K. L., Rupprecht, L. E., Sahasrabudhe, A., Kaelberer, M. M., Klein, M. E., Villalobos, J., … & Anikeeva, P. (2020). A gut sensor for sugar preference. bioRxiv.
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