Lo sapevate che dopo la Germania siamo i campioni europei di riciclo della carta?
Il riciclo della carta in Italia è un’istituzione e un’eccellenza di ecologia ed economia circolare (ovvero che riutilizza gli scarti per generare nuovo prodotto). Vediamo come fare la nostra parte in questo ciclo virtuoso di sostenibilità ambientale.
Come con tutti i materiali, chi utilizza carta e cartone può fare scelte ecologicamente sostenibili in due momenti: quando li acquista e quando li butta nell’immondizia.
Partiamo dal primo momento, nel quale la scelta migliore è propendere per carta ottenuta più possibile tramite riciclo e, nella porzione in cui non lo sia, da legna di foreste gestite in maniera responsabile.
Come identificare un materiale con questi requisiti? Grazie a una serie di simboli che rappresentano importanti certificazioni ambientali:
- Carta riciclata 100%: la carta è prodotta da fibre riciclate. La carta può essere riutilizzata dopo riciclo fino a 7 volte, consentendo, oltre che la salvaguardia delle risorse forestali, anche notevoli risparmi di energia elettrica e minori emissioni di CO2;
- FSC (Forest Stewardship Council), ente internazionale senza scopo di lucro che si occupa di tracciare e certificare l’ecosostenibilità di tutti i materiali provenienti dal legno, garantendo un’origine da foreste gestite correttamente e responsabilmente secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Il marchio FSC prevede 3 varianti: FSC 100% (contiene solo materiale proveniente da foreste certificate), FSC Misto (contiene almeno il 70% di materiale FSC, legno controllato e/o materiali riciclati) e FSC Riciclato (contiene solo materiali riciclati di cui almeno l’85% post-consumo);
- PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes): altro marchio internazionale e riconosciuto dal Parlamento Europeo e dal nostro Ministero dell’Ambiente, prevede gli stessi controlli e standard del marchio FSC;
- TCF/ECF/PCF: indicano che il prodotto non è stato trattato con cloro, bensì sbiancato con ossigeno, pertanto è privo di residui tossici. ECF (Elemental Chlorine Free) indica che la carta è stata sbiancata senza l’impiego di cloro allo stato gassoso, ma sotto forma di ossido di cloro (meno tossico), TCF (Totally Chlorine Free) e PCF (Processed Chlorine Free) significano che nessun composto con il cloro è stato usato nel processo;
- Ecolabel UE: oltre agli standard ecologici dei due precedenti, questa certificazione garantisce anche un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita dell’oggetto, ad esempio includendo trattamenti sbiancanti della carta che non coinvolgono composti del cloro, che produrrebbero scarti altamente inquinanti. Questo simbolo include quindi implicitamente il logo TCF del punto precedente;
- Punto verde: non dà nessuna informazione sul materiale in sé. È un marchio registrato del sistema tedesco di recupero imballaggi DSD (Duales System Deutschland). Chi paga il DSD può apporre il simbolo anche se si trova in un altro stato, ma specifica che chi ha prodotto l’imballaggio finanzia anche l’ente che lo smaltirà e riciclerà;
- Certificazione ISO 14001: è una certificazione aziendale di sistema ambientale, uno standard che attesta che l’azienda produttrice attua un sistema di gestione, controllo e miglioramento costante delle proprie prestazioni ambientali in modo da ridurre l’impatto sull’ambiente;
- Altri loghi più rari come il Blauer Engel (angelo blu) tedesco o il Nordic Ecolabel scandinavo sono indicatori di una produzione cartacea ecosostenibile.
Se questi simboli ci permettono di fare una scelta ecologica al momento dell’acquisto di un oggetto in carta o cartone, quando vogliamo gettarlo nell’immondizia basta seguire poche regole per avviarlo correttamente al riciclo e ad un pronto riutilizzo:
- In caso di dubbi sulla riciclabilità, cercare il simbolo triangolare con scritto PAP che ne certifica la compatibilità con i sistemi di riciclo
- Carta e cartone da riciclare vanno depositati all’interno degli appositi contenitori;
- Gli imballaggi con residui di cibo non vanno nella raccolta differenziata di carta e cartone. Generano cattivi odori e creano problemi nel processo di riciclo;
- La carta oleata – come quella di formaggi o salumi – non è riciclabile;
- La carta sporca di sostanze velenose come vernici o solventi non è riciclabile;
- I fazzoletti di carta non vanno nella raccolta differenziata. Sono antispappolo e quindi difficili da riciclare;
- Gli scontrini non vanno gettati con la carta perché sono fatti con carte termiche che generano problemi nel riciclo;
- Sono da evitare carta carbone, carta da parati, carta pergamena, carta da forno;
- Si può riciclare invece carta contenente piccoli materiali estranei, come punti metallici o finestrelle di plastica, che verranno eliminati durante il processo di riciclo.
Ma il riciclo di carta e cartone funziona in Italia? Eccome! Ma possiamo migliorare ancora molto, e conviene a tutti.
Una scatola avviata a riciclo torna in vita in meno di 2 settimane. Un foglio di giornale torna a nuova vita dopo solo 1 settimana. Nel 2018 il 57% della produzione di carta e cartone è stata ottenuta con fibre da riciclo, in termini quantitativi pari ad oltre 5 milioni di tonnellate. Nel comparto degli imballaggi il tasso di riciclo nel 2018 ha raggiunto l’81% dell’immesso al consumo, ben oltre l’obiettivo del 75% fissato al 2025 dalla nuova direttiva europea in via di recepimento e in linea con l’obiettivo dell’85% per il 2030. Il riciclo è supervisionato da COMIECO (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) e assistito da CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), il quale stipula con le amministrazioni locali convenzioni per la raccolta differenziata della carta e degli imballaggi cellulosici. Le convenzioni prevedono un contributo in favore dei comuni, calcolato sulla base della quantità e della qualità della raccolta,che ha lo scopo di aiutare i comuni a sostenere i maggiori costi generati dalla differenziata. Nel 2018 il totale dei trasferimenti da Comieco ai Comuni è stato di 97,5 milioni di euro.
Come si finanziano i consorzi dei vari materiali tra quali COMIECO e CONAI? Grazie alla normativa (Decreto Legislativo 152/06) che prevede che per ogni tonnellata di imballaggi immessa sul mercato venga versato un contributo (CAC, Contributo Ambientale CONAI) per permettere poi di recuperare e avviare a riciclo il materiale.
Tutto questo è possibile grazie ai cittadini che scelgono di dedicare qualche istante in più a differenziare correttamente carta e cartone, facendo un gesto semplice ma efficace nel ridurre l’impatto sull’ambiente delle attività umane.
Fonti: COMIECO, Ecolabel, EMAS, HERA, CONAI
Articolo di Marco Rocca
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