Secondo le ultime notizie tutto sembra possibile per l’ingegneria genetica, anche la procreazione da esseri dello stesso sesso. È stata recentemente riportata da diversi giornali la notizia della nascita di una progenie da due papà. Ma quanto c’è di vero in questa notizia? È realmente possibile far nascere una vita dall’accoppiamento naturale di due esseri di genere maschile?

Cosi come raccontato dal biologo Katsuhiko Hayashi in occasione del convegno dedicato all’editing del genoma a Londra, la sua equipe nel laboratorio dell’università di Kyushu in Giappone ha generato nuove vite da due genitori dello stesso sesso utilizzando un modello di roditori. Ma effettivamente cosa significa?

La ricerca, durata diversi anni, ha dato i suoi frutti solo nel 2020, quando da una cellula della pelle di un topo maschio sono state ottenute cellule staminali pluripotenti indotte, cioè cellule staminali indotte a differenziarsi in uno o più tipi cellulari tramite riprogrammazione genetica, poi coltivate fino a quando hanno spontaneamente perso il cromosoma maschile Y. Queste cellule sono state successivamente trattate con una molecola, la reversina, che induce errori nella distribuzione dei cromosomi durante il processo di divisione cellulare, generando cellule con cariotipo  femminile (XX). 

Una volta selezionate, le cellule sono state successivamente indotte a trasformarsi in ovuli immaturi e fecondati con gli spermatozoi del secondo topo maschio. Su 630 embrioni impiantati in esemplari topi femminili, solo 7 sono venuti alla luce. I nati vivi sono cresciuti normalmente e hanno avuto figli in modo naturale, ma resta da  verificare se  negli ovuli derivati da cellule maschili si siano conservate le modificazioni chimiche, epigenetiche, o del DNA che influiscono sull’accensione o lo spegnimento dei geni.

Questo, però, non è l’unico studio svolto al riguardo. Infatti, in passato, altre ricerche hanno riportato la possibilità di generare nuova vita da genitori dello stesso sesso: nel 2018 un team ha utilizzato cellule staminali embrionali ottenute da sperma o uova di genitori dello stesso sesso per generare cuccioli della stessa specie. Tuttavia, la tecnica non è al momento applicabile agli esseri umani, per i quali il grado di fallimento è molto elevato, date le grandi differenze tra la biologia riproduttiva dei topi e quella degli esseri umani.

Quindi, cosa possiamo dedurre da questi risultati? 

Sebbene questa notizia costituisca un passo avanti e una speranza per la ricerca di cure per coloro che hanno problemi di infertilità, le ricerche non hanno dimostrato che si possono generare individui direttamente da due genitori dello stesso sesso. Anche artificialmente, non si può cambiare il naturale processo della fecondazione.

Come abbiamo potuto constatare, nessun topolino è nato da due papà. Semplicemente, l’esperimento ha avuto inizio da due topolini di sesso maschile, ma la procreazione è avvenuta solo dopo aver trasformato delle cellule di origine maschile in femminile e soprattutto dopo l’impianto in un topo femmina. Pertanto, alcuni titoli del tipo “topolino nato da due papà” risultano fuorvianti e le stesse riviste scientifiche sottolineano che la ricerca non è stata ancora pubblicata, lasciando così spazio a qualche dubbio. Quindi, il passaggio da mamma e papà a genitore 1 e genitore 2 sembra ancora lontano e ancora una volta ribadiamo l’importanza di verificare le notizie, cercare le giuste fonti e non lasciarsi trarre in inganno.

 

Fonti:

[1] https://www.nature.com/articles/d41586-023-00717-7

[2] https://www.nature.com/articles/d41586-018-06999-6