Vi hanno mai detto “come sei bianca, prendi un po’ di sole” o ancora “non ce l’hai la melanina? Non ti abbronzi mai!”. Bene, se a voi non è mai capitato siete molto fortunati. Se invece ogni anno sentite sempre la stessa storia, benvenuti nel club dei visi pallidi.

Ma perchè in estate alcune persone si abbronzano più di altre? Cos’è e come agisce la melanina?

Quando ci esponiamo al sole e i raggi UV colpiscono la nostra pelle si attiva un meccanismo di protezione innescato dai melanociti, cellule dell’epidermide, che producono la melanina. I melanociti sono cellule dendritiche formate da un corpo centrale che si appoggia in questo caso allo strato piú profondo del derma, e da prolungamenti che arrivano fino ai cheratinociti, altre cellule della pelle piú in superficie. Immaginatevi una medusa capovolta con i suoi tentacoli che vanno verso l’esterno.  

Ogni melanocita porta con sé dei granuli ricchi di melanina e li conserva nel corpo centrale. Quando i raggi UV colpiscono queste cellule, loro cominciano a produrre sempre piú melanina e spingerla in superficie grazie ai loro dendriti. La melanina è un pigmento scuro che assorbe i raggi solari che penetrano nell’epidermide e li trasforma in calore. L’accumulo di questa sostanza è responsabile dell’effetto dell’abbronzatura. 

Ma perché non tutti ci abbronziamo allo stesso modo? 

Non tutti produciamo la stessa quantità di melanina e questo dipende anche dal numero di melanociti presenti nell’organismo. Generalmente, chi ha la carnagione chiara tende a produrre meno melanina di chi ha la carnagione scura e per questo motivo quelli con la pelle chiara si scottano più facilmente. 

La melanina, assorbendo i raggi solari, funge da ombrello per le nostre cellule della pelle, riparandoci dagli effetti dannosi che gli UV possono avere. 

L’effetto aragosta infatti  è dovuto al fatto che la pelle non ha la quantità di melanina sufficiente a proteggersi dai raggi solari, perciò il DNA delle cellule dell’epidermide si danneggia e queste cellule finiscono per suicidarsi andando incontro all’apoptosi, ovvero la morte cellulare. Quando l’organismo si rende conto di questi meccanismi apoptotici che stanno avvenendo, aumenta il flusso di sangue nelle zone colpite perciò si diventa rossi come aragoste e a seconda del grado di ustione si possono formare o meno delle bolle.

Ecco, perchè vi ricordiamo di esporvi gradualmente al sole possibilmente evitando le ore centrali più calde e di proteggervi sempre con le creme solari, sia prima che dopo l’abbronzatura. 

Non è vero che mettere la crema rallenta l’abbronzatura, piuttosto evita ustioni e scottature che a lungo andare potrebbero danneggiare la vostra pelle e aumentare il rischio di tumore.

Con questo non vogliamo dirvi che il sole fa male, anzi, ha numerosi effetti benefici come stimolare la sintesi di Vitamina D necessaria per tante funzioni dell’organismo. Tuttavia, come una qualsiasi medicina bisogna assumerla nelle giuste dosi e stare attenti. 

 

 

Fonte:

https://www.wired.it/lifestyle/salute/2018/06/30/sole-tumori-protezione-pelle-abbronzatura/

https://www.adoi.it/il-sole-e-i-bambini-quali-regole/

https://www.aideco.org/component/search/?searchword=sole&searchphrase=all&Itemid=101