Si sente e legge in giro parecchia confusione su un argomento molto dibattuto; i dubbi su ció che mangiamo, ingeriamo, beviamo o ci iniettiamo, ci sono sempre stati. Spesso si tratta di dubbi legittimi, ma in alcuni casi sono piú che altro paure dettate dalla poca comprensione che si ha del magico mondo della biochimica.
In quello che mangiamo, in quello che beviamo, a volte anche in quello che ci iniettano per curarci o somministrano per renderci più forti contro le malattie, ci sono elementi inorganici, spesso dei metalli. Questi atomi di Ferro, Cromo, Selenio, Cobalto, Nickel, ecc. sono subito istintivamente associati a sassolini squadrati, pepite, pezzi di roccia, lingotti e che mai ci sogneremmo, trovandoceli in mano, di addentare come fossero una mela, ben sapendo (giustamente) che la cosa non farebbe altro che portarci dritti dritti al primo pronto soccorso in stato di avvelenamento.
Ma allora, perché questi scienziati e medici moderni, con a disposizione tecnologie e apparecchiature sofisticatissime, in grado di rilevare la presenza di un singolo atomo in una bottiglia di acqua non riescono ad impedire che queste mortali sostanze finiscano nelle nostre vene? Anzi, addirittura le aggiungono di proposito in alcuni prodotti come i vaccini o gli integratori. Beh, perché questi atomi, nelle giuste dosi, non sono mortali come ci può sembrare, non sono tossici come ci viene da credere, bensì in molti casi sono addirittura necessari alla nostra vita per mantenerci in salute.
Queste sostanze in realtà vengono chiamate macroelementi e microelementi (o elementi in traccia) e sono tutti quegli atomi, alcuni metalli altri non metalli, che sono alla base del funzionamento di molti enzimi e molecole che regolano il nostro metabolismo.
Quindi sareste disposti a mangiare un atomo di cobalto?
Se con questa domanda ambigua si intende una cucchiaiata abbondante di questa sostanza la risposta sarebbe giustamente “NO!”, ma se invece significa mangiare un alimento che al suo interno contiene tracce infinitesimali (nell’ordine di parti per milione o parti per miliardo) di questi atomi, allora la risposta dovrebbe essere “assolutamente sì!”, perché così facendo sopperireste al bisogno che il vostro corpo ha di questa sostanza; un bisogno piccolissimo, quasi pari a zero, ma che zero non è, e che rende questi elementi inorganici tutt’altro che dei nemici.
Come detto, vi sono una miriade di sostanze che nei secoli si è scoperto essere utili, se non fondamentali, per la salute del nostro corpo. Già nel XVIII secolo si intuì l’importanza degli elementi inorganici per l’uomo, mentre nel secolo successivo gli studiosi evidenziarono sperimentalmente l’essenzialità del cloruro di sodio e dello iodio nell’alimentazione umana ed animale. Questi furono i primi passi verso la scoperta e la classificazione di un elenco sempre più grande di elementi che si sono rivelati essenziali alla salute e al benessere del nostro corpo. Attualmente l’elenco dei macroelementi comprende il calcio, il fosforo, il potassio, il sodio, il cloro, lo zolfo e il magnesio, mentre i microelementi invece sono il ferro, lo iodio, il rame, il manganese, lo zinco, il cobalto, il molibdeno, il selenio e il cromo. A questi ultimi, in tempi recenti, si sono poi aggiunti il fluoro, lo stagno, il silicio, il vanadio, l’arsenico e il nichel e numerosi altri tuttora considerati solo “potenzialmente” essenziali e ancora in fase di studio.
La cosa però da non dimenticare è che l’utilità di queste sostanze, di norma già presenti naturalmente in molti alimenti, è strettamente legata alla loro quantità. Anche l’Arsenico è considerato un elemento utile all’organismo in tracce, ma come la storia e i libri gialli ci insegnano, è anche il veleno più amato dagli assassini più conservatori e tradizionalisti!
Questi elementi svolgono compiti riassumibili in tre diverse tipologie di funzioni, alcuni forniscono energia, altri servono alla crescita e al mantenimento dei tessuti, altri ancora assistono e regolano i processi fisiologici del corpo. Per la maggior parte questi elementi si assumono con la dieta e si trovano all’interno dei cibi in forma di ossidi e sali inorganici, andando a costituire quella voce che nelle etichette dei prodotti commerciali è definita “ceneri”, cioè quella parte di sostanza che rimane come residuo in seguito alla combustione. Per i macroelementi si parla di concentrazioni dell’ordine di g/kg di sostanza, mentre per i microelementi di quantità inferiori ai 50mg/kg.
Tralasciamo per il momento i macroelementi, di cui molti già ne conosceranno l’importanza, il Calcio per le ossa di bambini e anziani, il Fosforo per i denti, il Potassio e il Magnesio per integrare sali dopo abbondante attività fisica o quando si è sudato molto, ecc.
Concentriamoci un attimo sui meno noti microelementi, che spesso spaventano le masse comparendo su articoli allarmistici o in discussioni terroristiche sui social.
Il primo e tra i più importanti è il Ferro, che come molti probabilmente sapranno, è fulcro portante della nostra emoglobina come anche di altre molecole. L‘emoglobina è essenziale per trasportare nel nostro sangue ossigeno ed è contenuta nei globuli rossi, per questo il Ferro è spesso integrato per scongiurare o curare stati anemici.
Meno noto sebbene altrettanto fondamentale è lo Zinco, presente in tutti i tessuti animali e stoccato prevalentemente in ossa, cute e peli, il quale rientra nella struttura molecolare di molti enzimi, come la fosfatasi alcalina (mai guardato tra le voci di un vostro esame del sangue? Ci troverete, fra ALT, AST, trigliceridi e colesterolo anche la fosfatasi alcalina), la collagenasi e una serie abbastanza lunga di processi metabolici. Interviene anche in diversi processi di sintesi di ormoni e nella replicazione e differenziazione cellulare, essendo parte costituente delle RNA e DNA-polimerasi. Quindi carenze di Zinco possono portare ad anoressia e rallentamento dei suddetti processi enzimatici, con anche disturbi della crescita.
Il Selenio invece fa parte dell’enzima glutatione perossidasi, il quale svolge un compito fondamentale nella salvaguardia delle membrane cellulari ed ha anche una stretta correlazione con la vitamina E. Se si hanno stati carenziali di Selenio si può andare incontro a disturbi muscolari e distrofie, ma va anche ricordato che in eccesso può dare problemi ancor più gravi di intossicazione.
Il Rame è presente in alcune proteine plasmatiche che regolano l’emopoiesi, ovvero la produzione di nuovi globuli rossi; mentre il Molibdeno, di più recente scoperta (anni ’50), fa parte di tre sistemi enzimatici: la xantinossidasi, l’aldeidossidasi e la solfitossidasi e, come per il Selenio prima citato, ne serve davvero poco ed eccessi possono dare gravi problemi di avvelenamento.
Lo Iodio invece è vitale per la produzione di due ormoni della tiroide, il T3 e il T4, che regolano il metabolismo basale e che in caso di asportazione chirurgica o ipofunzionalità della tiroide devono venire assunti giornalmente in pillole per sopperire alla loro mancata produzione endogena.
E il nostro Cobalto? A cosa serve?
Il Cobalto è un componente essenziale della complessa molecola della B12, una vitamina molto importante e presente in tutti gli integratori multi-vitaminici, ma interviene anche come attivatore di alcuni enzimi che regolano sempre l’emopoiesi seguendo la via metabolica del Ferro e del Rame. Carenze di questo elemento possono portare ad anemia, debolezza e debilitazione. Fortunatamente è molto presente in natura, sia nei prodotti di origine animale che in quelli di origine vegetale, e quindi è difficile incorrere in stati carenziali.
Quindi, in definitiva, è importante ricordare che non tutto quello che sembra cattivo ad una prima occhiata in realtà lo è e che il nostro corpo svolge giornalmente migliaia di reazioni chimiche e processi metabolici che richiedono tantissimi fattori, dai più conosciuti ai meno noti, ma ugualmente fondamentali per mantenere in salute il nostro fisico. Gli elementi inorganici fanno parte di questi, una parte molto importante nella loro piccolissima concentrazione, ma essenziale e imprescindibile.
Link di approfondimento:
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/m/minerali-e-oligoelementi
https://www.epicentro.iss.it/sali/macroelementi
https://www.epicentro.iss.it/sali/oligoelementi
http://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/efsa_rep/blobserver_assets/ndatolerableuil.pdf
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1268_5_file.pdf
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