La terapia di sostituzione mitocondriale (mitochondrial replacement therapy, or MRT) è una tecnologia riproduttiva innovativa mirata a prevenire la trasmissione di malattie mitocondriali dalla madre al figlio.
I mitocondri sono degli organelli contenuti all’interno delle nostre cellule che producono l’energia. Contengono 37 geni, meno dello 0,1 % del materiale genetico della nostra specie, la cui stragrande maggioranza si trova all’interno del nucleo delle nostre cellule.
Quando si verificano mutazioni nel DNA mitocondriale, queste possono portare all’ereditarietà di patologie neurodegenerative gravi, attualmente senza cura, che colpiscono principalmente i tessuti ad alto dispendio energetico, come cuore, cervello e muscoli. In totale, ne esistono oltre 200 differenti forme, con una incidenza di circa 1 su 5.000 nati vivi.
La procedura di sostituzione mitocondriale prevede diversi passaggi: il trasferimento del materiale genetico nucleare da un ovulo di una donna portatrice di una malattia mitocondriale a un ovulo a cui è stato rimosso il materiale genetico nucleare. Quindi questo ovulo che contiene materiale genetico di due donne viene fecondato con sperma del futuro padre. L’ovulo fecondato risultante ha un set completo di cromosomi da entrambi i genitori, ma porta i mitocondri sani della donatrice. Successivamente, questo ovulo viene impiantato nell’utero della futura madre.
Il Regno Unito è stato il primo paese ad approvare l’uso clinico della MRT più di 9 anni fa, nel febbraio 2015. L’approvazione per questo tipo di tecnologia è concessa caso per caso dall’Autorità per la Fecondazione e l’Embriologia Umana (Human Fertilisation and Embryology Authority, HFEA) del Regno Unito, che ha dato il via libera per almeno 30 casi. Ciò ha segnato una pietra miliare significativa nel campo della medicina riproduttiva.
L’Australia è diventata nel 2022 il secondo paese a dare l’approvazione alla MRT. Tuttavia, la procedura rimane limitata in molti altri paesi, compresi gli Stati Uniti. La procedura è stata eseguita anche in altri paesi, dove però il suo utilizzo non è regolamentato. Nel 2016, un medico statunitense ha annunciato di aver utilizzato con successo la MRT per prevenire una malattia mitocondriale in un bambino in una procedura condotta in Messico. Sono nati anche bambini attraverso trasferimenti mitocondriali condotti in Grecia e Ucraina. In risposta a un’inchiesta del Guardian dell’aprile 2023, l’Autorità per la fecondazione e l’embriologia umana (HFEA), il regolatore della fertilità nel Regno Unito, ha confermato che meno di cinque bambini sono nati nel Regno Unito utilizzando questa procedura.
L’ampio dibattito su questa tecnologia nel Regno Unito si è incentrato inizialmente sul fatto che il bambino che si va a mettere al mondo con questa tecnologia ha materiale genetico da tre donatori (la tecnologia è stata anche soprannominata in inglese “3-parent-baby”). Dopo che questo si è risolto in modo pragmatico, come fanno solitamente gli inglesi, considerando il contributo genetico dei mitocondri irrilevante per lo sviluppo dell’identità del bambino, il dibattito si è quindi spostato (e rimane centrato) sui costi e sulla sostenibilità della tecnologia da parte del sistema sanitario nazionale, quando ci sono alternative, anche se non ottimali, alla MRT.
Quali sono queste alternative? Le donne con mutazioni mitocondriali possono evitare di trasmettere le mutazioni adottando un bambino o bambina, oppure possono avere un figlio non geneticamente legato a loro sottoponendosi a fecondazione in vitro (IVF) eterologa (non in Italia). Oppure, per avere figli geneticamente correlati, le donne affette possono sottoporsi a screening degli embrioni per le mutazioni mitocondriali attraverso la diagnosi preimpianto nel contesto della riproduzione medicalmente assistita. Sebbene efficace in molti casi, la diagnosi preimpianto riduce il rischio piuttosto che eliminarlo completamente, e non può aiutare quando tutti gli embrioni prodotti da una donna hanno mitocondri altamente mutati.
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