di Stefano M.
Stanno facendo il giro del web le immagini e le informazioni delle devastazioni in atto nella foresta amazzonica ad opera di vari incendi dolosi.
Vediamo di approfondire la questione!
l’Amazzonia è la più vasta foresta pluviale del nostro pianeta, si estende su un’area di 5,5 milioni di km quadrati tra Brasile (di cui occupa oltre il 40% della superficie), e altri paesi limitrofi.
Questa foresta, come altre di tipo pluviale, è un incredibile hotspot di biodiversità ed è habitat di un numero enorme di specie, grazie alle particolari condizioni climatiche. Si stima che in essa vivano 2,5 milioni di specie di insetti, diecimila specie di piante e duemila specie tra uccelli e mammiferi; di queste solo una esigua parte sono stati identificati e catalogati.
La foresta amazzonica è anche un enorme serbatoio di carbonio, la quantità di questo elemento stoccata nella foresta è stimata in 140 miliardi di tonnellate, processandone (sia in assorbimento che in emissione) oltre 2 miliardi di tonnellate. Per confronto, le attività umane producono all’anno circa 40 miliardi di tonnellate di CO2.
L’Amazzonia è oggetto di deforestazione da molti anni, per ricavare spazio per coltivazioni e soprattutto per il pascolo di bestiame. A causa di ciò, la superficie coperta da foresta pluviale si è ridotta del 20% rispetto agli anni 70, quando il tasso di deforestazione divenne molto più rapido; prima di allora la foresta era sostanzialmente integra.
La deforestazione ha raggiunto livelli molto elevati durante gli anni 90 e i primi anni 2000 (oltre 20000 km quadrati annui), a partire dal 2004 politiche di controllo del taglio illegale e lo sviluppo di sistemi di sorveglianza satellitari hanno nettamente ridotto la perdita di foresta, che è comunque rimasta superiore ai 5000 km quadrati annui per tutta la prima decade del 2000.
Veniamo ora agli incendi.
La foresta amazzonica, in quanto pluviale, tende ad essere molto umida e pertanto gli incendi sono un fenomeno occasionale e raramente di origine naturale. Spesso gli incendi sono appiccati illegalmente dai coltivatori per eliminare i residui vegetali e preparare il terreno a nuove coltivazioni, oppure per nascondere o facilitare operazioni di taglio abusivo di foresta.
L’elevato numero di incendi si concentra nella stagione secca (da settembre a novembre) ed è un fenomeno usuale, seppure non naturale, che si ripete ogni anno. Questo non significa che non sia un fenomeno grave, ma va sottolineato che attualmente il numero e l’estensione di incendi che sta colpendo la foresta amazzonica è sostanzialmente in media con gli scorsi anni, secondo quanto riportato dall’Earth Observatory della NASA.
La caratteristica degli incendi avvenuti durante questo mese di agosto è quella di aver colpito molto duramente alcune aree, con un tasso di incendi superiore del 700% rispetto alla media. Va poi evidenziato che raramente gli incendi interessano direttamente la foresta, quanto più aree marginali, già degradate e disboscate, più secche rispetto alle aree intatte.
Tutto nella norma quindi?
Assolutamente no! La copertura mediatica di questo evento mette alla luce le attività continuative di distruzione di uno degli habitat più preziosi che abbiamo sul nostro pianeta.
Quest’anno, in particolare, sembra che il tasso di deforestazione sia drammaticamente cresciuto rispetto al trend degli ultimi anni, e il 2019 potrebbe essere il primo anno da 10 anni a questa parte in cui i km quadrati di foresta persa sono superiori ai diecimila km quadrati. Il rischio a cui andiamo incontro è quello di alterare l’ecosistema della foresta amazzonica oltre il punto di non ritorno, dopo il quale si avrebbe un inesorabile mutamento delle caratteristiche ambientali a causa della riduzione di umidità, producendo un effetto a catena che faciliterebbe ancora di più la perdita di foresta.
Gli incendi hanno il duplice effetto di ridurre l’assorbimento di CO2, ma soprattutto di liberare direttamente tramite la combustione il carbonio stoccato nella biomassa sotto forma di anidride carbonica e monossido di carbonio.
La distruzione della foresta non deve poi essere solo misurata in termini di anidride carbonica emessa o di perdita di ossigeno prodotto ma anche di devastazione di habitat ed estinzione di specie, molte delle quali nemmeno conosciamo.
Cosa possiamo fare?
A livello di singole persone ben poco, se non sostenere chi lavora attivamente a livello internazionale con accordi che pongono al centro della discussione la preservazione delle foreste e degli ecosistemi naturali.
Concludendo, quello che stiamo vedendo accadere nell’Amazzonia è quello che accade ogni anno da decenni, e non accade soltanto in Sudamerica: anche le foreste pluviali africane e del sudest asiatico vivono annualmente le stesse situazioni. E’ utile che il pubblico sia messo al corrente di questi fatti e che si faccia sensibilizzazione, ma senza sensazionalismi e drammatizzazioni non necessarie.
E’ invece assolutamente necessario che il tutto sia accompagnato da politiche ed azioni concrete per la salvaguardia degli ambienti del nostro pianeta.
Fonti:
Articolo sui recenti incendi in Brasile, The Guardian: https://www.theguardian.com/environment/2019/aug/23/amazon-fires-what-is-happening-anything-we-can-do?CMP=fb_gu&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR0Qho22MJcZrEYQQWq7XaiDQDNDRWnO0lSAWj8jCrTAOVqaYCeBoM-mmjo#Echobox=1566565835
Articolo sui recenti incendi in Brasile, NASA: https://earthobservatory.nasa.gov/images/145464/fires-in-brazil?fbclid=IwAR1iVEQ2xAHg_0lNTaYkmYEjbby924_KZZLj3FzYRRnSduM8VFif8tpz7mA
Alcuni dati sulla foresta amazzonica: https://www.rainforesttrust.org/climate-change-series-part-1-rainforests-absorb-store-large-quantities-carbon-dioxide/
Storico degli incendi globali dal 2003, NASA: https://earthobservatory.nasa.gov/images/145421/building-a-long-term-record-of-fire
Assorbimento di carbonio da parte della foresta amazzonica: https://www.livescience.com/44235-amazon-rainforest-carbon-cycle-measured.html
Credit Pic
http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2006/amazon_crops.html
Tutto molto corretto. Solo un appunto però, le specie conosciute e classificate di insetti presenti in tutto il mondo sono 1.400.000 !