Il mondo in questi giorni ha dato l’addio ad una regina che indubbiamente rappresenta, nel bene o nel male, un personaggio iconico degli ultimi 70 anni.

Nel corso del suo regno, Elisabetta II fu testimone e protagonista di intrecci eclatanti tra economia, scienza, costume e politica. Qui vogliamo ricordare una catastrofe che costituì un’inconfutabile dimostrazione della correlazione tra cause ambientali ed esiti di salute e che ebbe conseguenze negli anni a venire.

Correva l’anno 1952 e nei primi giorni di dicembre, per effetto dell’inversione termica, una coltre nera avvolse Londra. Inizialmente nessuno sembrò preoccuparsi, il cielo della città era spesso grigio per via dello smog. Ma quello che accadde tra il 5 e il 9 dicembre, fu un caso diverso.

L’inverno si presentava particolarmente rigido, richiedendo un impiego consistente dei sistemi di riscaldamento, alimentati da carbone scadente (con alto contenuto di zolfo). Inoltre, di recente era stata presa la decisione di convertire a diesel gli storici tram elettrici.

Le cronache dell’epoca raccontano uno scenario apocalittico: l’aria iniziò a diventare così scura da ridurre la visibilità a pochi metri, il trasporto pubblico in superficie fu sospeso, così come il servizio delle ambulanze. La fuliggine nera entrava negli edifici, furono annullate manifestazioni teatrali e sportive. Si iniziarono ad usare maschere antigas o semplici fazzoletti per coprire naso e bocca.

Poi arrivò la pioggia a lavare l’aria e sulla superficie di strade e palazzi si depositò uno strato di sporcizia oleosa, nera, maleodorante e irritante per gli occhi e le vie respiratorie.

La gravità della situazione però emerse solo nelle settimane seguenti, quando si contarono le morti e i ricoveri dei giorni del “Grande Smog”. La conferma sulla causa di morte venne dall’analisi dei tessuti prelevati dai polmoni dei cadaveri, dove furono trovati polvere nera e metalli pesanti.

Si stimarono 4000 morti, ma una ricerca pubblicata nel 2004 sulla rivista «Environmental Health Perspective» ne stima 12.000, prendendo in considerazione anche le morti successive.

Pochi anni fa fu trovato un parallelismo tra il Grande Smog londinese, come venne denominato, e alcune zone della Cina, dove il problema sarebbe la presenza del biossido di azoto[1] , un coprodotto dell’ossidazione del carbone, che in questi casi si diluisce nelle particelle d’acqua della nebbia intossicando la popolazione.

Londra nel 1952 trovò un parlamento poco compatto sul fronte dello smog ed una giovane ed inesperta Elisabetta, regnante da pochi mesi. La tragica situazione però non fu ignorata! Il 5 luglio del 1956 la regina Elisabetta II approvò il Clean Air Act, una legge proposta dal Parlamento per ridurre le emissioni, malgrado le resistenze iniziali del governo, allora presieduto da Winston Churchill. Il suo promotore fu il deputato conservatore Gerald Navarro e tra le altre azioni prevedeva: l’istituzione di zone con divieto di utilizzo di combustibili che producessero polveri sottili, l’innalzamento dellaltezza dei camini, la costruzione delle nuove fabbriche fuori dai centri urbani, le agevolazioni per la cittadinanza per sostituire i sistemi di riscaldamento a favore di sorgenti elettriche o a gas.

La legge ha rappresentato un atto significativo nello sviluppo di un quadro giuridico per la protezione dell’ambiente, venendo poi modificata dal Clean Air Act del 1968 e abrogata dal Clean Air Act del 1993.

Quante trasformazioni ha visto la regina! Eppure, l’inquinamento atmosferico e la crisi energetica continuano ad essere problemi “reali”!

Fonti:
https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1616540113#sec-7
https://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica

[1] L’NO2 è prodotto in tutti i tipi di combustione (anche petrolio e gas, non solo carbone) ed è dannoso anche perché è uno dei precursori chimici dell’ozono, che è utilissimo in stratosfera ma pericoloso al suolo perché tossico da respirare.