Il vetro è un materiale amorfo, cioè un liquido che va incontro a solidificazione senza però acquisire la struttura ordinata dei cristalli, mantenendo invece una struttura disordinata e rigida. La sua scoperta risale ai Fenici che all’epoca capirono che unendo il carbonato di sodio e la sabbia silicea si otteneva il vetro. Infatti, nel linguaggio comune con vetro si intende quel materiale formato da calcio, soda e silicio che vede la sua applicazione in diversi campi, come la realizzazione di contenitori, parte dell’arredamento (finestre) o manifattura di elementi decorativi (oggettistica e lampadari).
I diversi utilizzi del vetro sono dovuti alla sua trasparenza, alla sua inalterabilità chimica e alla versatilità. Aggiungendo determinati elementi vengono prodotti vetri dalle colorazioni diverse, che nella raccolta e nello smaltimento devono essere separati in base al colore. Perché? Perché il vetro colorato ha delle caratteristiche chimico-fisiche diverse da quello trasparente e, durante la frantumazione, si crea un rottame di vetro di vari colori che non può essere usato per fare vetro chiaro da imballaggio, come le bottiglie trasparenti, ma solo vetro colorato, come quelle bottiglie di colore verde o giallo. Perciò, si preferisce la raccolta monocromatica.
Perché è importante fare la raccolta differenziata del vetro?
Perché il vetro, se raccolto correttamente, può essere riutilizzato e riciclato infinite volte. In questo modo si riduce il consumo di energia e si risparmiano le materie prime, poiché il vetro recuperato non richiede le stesse temperature di fusione necessarie a produrlo la prima volta. Di conseguenza, occorrono minori quantità di combustibile e viene rilasciata meno CO2. Inoltre, diminuisce la quantità di rifiuti da trattare in discarica, con un risparmio sui costi di trasporto e smaltimento dei rifiuti.
Come si fa una corretta raccolta differenziata?
E’ bene sapere che solo il vetro puro e pulito viene trasformato in materia prima per una nuova fusione (il rottame). Perciò, è importante seguire alcuni semplici regole:
– separare il vetro da altri materiali contaminanti, come metalli e ceramica (laddove è possibile e prestando attenzione alle regole di ogni comune), ad esempio togliendo eventuali tappi e buttandoli nell’apposito contenitore;
-lavare bottiglie e barattoli, basta anche un risciacquo rapido per non lasciare residui di cibo all’interno;
-non staccare etichette di carta, quelle saranno eliminate automaticamente nel processo di fusione.
Questo, il più delle volte, dipende dal fatto che in alcuni casi la raccolta è multimateriale, ovvero vengono raccolti nello stesso cassonetto materiali diversi come plastica, alluminio e vetro. Infatti, quando i materiali vengono compressi per essere trasportati il vetro viene facilmente contaminato da altri elementi difficilmente separabili tra di loro e non è più riutilizzabile. Per questo motivo la situazione ottimale, quando applicabile, è la raccolta monomateriale.
Cosa non si può inserire nel vetro?
Per non cadere in errore è utile conoscere “i falsi amici del vetro”, per migliorare la qualità di quello che arriva agli impianti e per velocizzare la selezione, così da non rallentare il processo di riciclo. Non si buttano nel raccoglitore del vetro: pezzi di ceramica o porcellana, le lampadine, i pirex, gli specchi, schermi dei televisori e altri rifiuti che sembrano simili al vetro.
Quindi, fate attenzione! Ora non avete più scuse e con queste semplici indicazioni tutti possono dare un vero contributo per la riduzione dell’inquinamento ambientale.
Fonte
https://coreve.it/il-vetro-e-le-sue-proprieta/
https://coreve.it/come-fare-la-raccolta-differenziata/
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