L’incredibile attività dei telescopi spaziali è da poco tornata a fare notizia dopo il recente lancio del James Webb Space Telescope, il quale ha l’oneroso obiettivo di essere degno successore dell’ormai anziano telescopio Hubble.

Ma di telescopi spaziali ce ne sono stati tanti altri, e se hanno contribuito così fortemente alla ricerca scientifica lo dobbiamo anche a Riccardo Giacconi.

Riccardo Giacconi nasce a Genova il 6 ottobre 1931 e si laurea in fisica all’Università Statale di Milano studiando nel campo dei raggi cosmici. Si trasferisce poi negli Stati Uniti, dove collabora prima con l’Università di Princeton e successivamente con l’azienda American Science & Engineering, che si occupa dello sviluppo di strumenti di rilevazione di raggi X e che all’epoca ha la NASA tra i suoi principali clienti.

I raggi cosmici sono particelle e nuclei atomici ad alta energia che erano stati scoperti e studiati da Victor Hess (che per questo vinse il Nobel) a partire dai primi anni del 1900 ed era presto stata determinata la loro origine extraterrestre. Non era stato subito chiaro da dove provenissero questi raggi X, ma si temeva che potessero costituire un pericolo per gli astronauti delle future missioni Lunari che si stavano pianificando in quegli anni.

Proprio per studiare questi raggi potenzialmente pericolosi e che permeano lo spazio nel 1962 un team diretto da Giacconi organizzò il lancio di un razzo sonda sub-orbitale con a bordo uno strumento di rilevazione dei raggi X. Quello che venne scoperto, però, era la prima sorgente di raggi X extrasolare, individuata nella costellazione dello scorpione.

Da lì prese il via tutta l’attività di ricerca di queste sorgenti, che vide la costruzione negli anni 70 dell’osservatorio Einstein (HEAO-2) e del satellite Uhuru, il cui sviluppo fu guidato da Giacconi, e successivamente dell’osservatorio Chandra, tutti telescopi spaziali orbitali.

Rappresentazione del satellite a raggi X HEAO-2

Una rappresentazione del satellite HEAO-2, ribattezzato Einstein dopo il lancio, che è stato il primo telescopio a raggi X con imaging completo messo nello spazio. Credits: NASA

Giacconi divenne nel 1981 il primo direttore permanente dello Space Telescope Science Institute, che oggi coordina l’attività scientifica del telescopio Hubble, e nel 1993 il direttore generale dell’ESO, dove seguì lo sviluppo del famoso Very Large Telescope nel deserto dell’Atacama e supervisionò i primi sviluppi dell’Atacama Large Millimeter Array.

Riccardo Giacconi venne insignito nel 2002 del Premio Nobel per la fisica “per i contributi pionieristici in astrofisica che hanno condotto alla scoperta delle sorgenti cosmiche di raggi X”, dividendolo con Raymond Davis, Jr, e Masatoshi Koshiba che lo vinsero per i loro studi sui neutrini.

Oggi sappiamo che le particelle che costituiscono i raggi cosmici sono generate da corpi astronomici quali pulsar, supernove e quasar, e lo studio delle particelle emesse da questi corpi è un mezzo fondamentale per conoscere e studiare il cosmo e questi oggetti così distanti e interessanti.

Immagine satellitare di Cygnus X-1

Cygnus X-1, uno dei 339 oggetti scoperte dalle prime indagini sulle sorgenti a raggi X, qui ripreso dal telescopio spaziale Chandra – Credits: NASA/CXC

Fonti:

https://www.media.inaf.it/2018/12/10/riccardo-giacconi/

https://www.media.inaf.it/2018/12/14/ricordando-riccardo-giacconi/

https://www.lescienze.it/news/2002/10/08/news/i_nobel_per_la_fisica_2002-589019/

https://www.eso.org/public/about-eso/esoglance/

https://journals.aps.org/rmp/pdf/10.1103/RevModPhys.75.995