È il 10 dicembre 1963 quando, nella fredda Stoccolma, accade un fatto fuori dal comune.

In via del tutto eccezionale, in una Stockholm Concert Hall gremita di personalità in abito elegante, il Re di Svezia, Gustav VI Adolf, si alza per raggiungere uno scienziato dal volto mite, che non può muoversi per ricevere il premio Nobel, a causa del morbo di Parkinson. Quel volto tranquillo è quello del chimico italiano Giulio Natta, che sta per ricevere il premio Nobel «per la sua scoperta nel campo della chimica degli alti polimeri», condiviso con il collega Karl Ziegler. Quando il Re gli consegna il premio, il pubblico scoppia in un fragoroso applauso.

Il lavoro di Giulio Natta, da allora, ha letteralmente cambiato le nostre vite, nel bene e nel male. La scoperta che gli è valsa il Nobel, infatti, è quella del polipropilene isotattico. Un nome complicato che indica qualcosa che tutti usiamo ogni giorno: la plastica.

La storia di Giulio Natta è quella di una mente brillante, nata il 26 febbraio 1903 a Porto Maurizio, in Liguria. La tranquillità del carattere di Natta è compensata dalla sua velocità di apprendimento. Già da piccolissimo costruisce un laboratorio nella sua casa di Milano, in cui condurre esperimenti. A 16 anni è iscritto all’Università di Genova per seguire il biennio propedeutico di Matematica e a 21 si laurea in Ingegneria industriale chimica al Politecnico di Milano, dove, inoltre, insegnerà dal 1938 al 1973.

Spesso, per non mollare neanche per un attimo le sue ricerche, Giulio Natta dorme su una branda di fortuna sistemata nel laboratorio dell’Istituto di Chimica generale. Non si risparmia un attimo neanche in vacanza e, non di rado, porta con sé i colleghi nella sua casa di Champoluc dove, tra una battuta di pesca, la raccolta di funghi e lunghe cene, discute gli esperimenti con i suoi collaboratori. Anche il chimico tedesco Ziegler, con cui Natta dividerà il Nobel, è un ospite frequente. Non a caso, l’annuncio del Nobel arriverà proprio mentre la famiglia Natta è in vacanza sul mare, nella casa di Sanremo.

Gli studi sul polipropilene hanno inizio nel 1952, quando Giulio Natta viene per la prima volta a conoscenza degli studi sulla polimerizzazione dell’etilene compiuti da Karl Ziegler al Max-Planck-Institut für Kohlenforschung di Mülheim. Mettendo a punto gli studi di Ziegler, Natta riesce a creare un nuovo prodotto cristallino. È il 10 marzo del 1954 quando scrive sul suo quaderno di laboratorio: «scoperto il polipropilene».

Sarà grazie alla sua capacità di decifrare il processo chimico detto polimerizzazione stereospecifica, che sarà insignito del premio Nobel. Si tratta di un processo chimico che ha permesso di sintetizzare polimeri aventi la struttura di polimeri naturali, come la gomma, precedentemente non ottenibili per via sintetica. La polimerizzazione stereospecifica ha permesso anche di produrre nuove classi di polimeri con una struttura regolare, quindi cristallizzabili, che non esistevano in natura, come il vinile e il propilene isotattico, appunto. 

Come oggi sappiamo, l’invenzione di Giulio Natta ha avuto un impatto enorme. In Italia, l’industria Montecatini avvia la produzione commerciale del propilene isotattico nel 1957, sotto il nome du Moplen. Sono celebri i tormentoni di Gino Bramieri durante il Carosello: «Signora guardi ben che sia fatto di Moplen!» e «E mo’, e mo’…Moplen!».

Gino Bramieri e la pubblicità del Moplen, prodotto in seguito alla scoperta di Giulio Natta

Gino Bramieri e la pubblicità del Moplen – Corriere della Sera

La produzione del polipropilene isotattico si è diffusa, poi, in tutto il mondo, velocissima come la mente di Giulio Natta, fino ad arrivare alle sessanta milioni di tonnellate l’anno prodotte al giorno d’oggi. Una scoperta che, nel dopoguerra, ha rappresentato crescita e progresso, ma che ora rappresenta una grande minaccia per l’ambiente. Chissà cosa penserebbe oggi Giulio Natta della sua invenzione?

Immagine: Politecnico di Milano

Fonti:

https://www.treccani.it/enciclopedia/polimerizzazione-stereospecifica_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-natta/

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/06/29/news/e_l_italia_fu_sedotta_dal_moplen-307175828/