Cosa si intende per fast fashion

La fast fashion e’ un business che offre (la percezione di) vestiti alla moda per prezzi contenuti, contribuendo ad un aumento vertiginoso nell’industria tessile.

In questo caso, la parola “fast” non serve solo per descrivere il consumo del singolo capo vestiario, ma anche la velocità con cui i commercianti riescono a trasportare la moda dalle sfilate alle vetrine.

Globalmente vengono acquistati 80 miliardi di vestiti al giorno, prodotti principalmente in Cina e Bangladesh ed acquistati principalmente in America.

Cosa causa la fast fashion

Questa industria fornisce lavoro ad almeno 40 milioni di persone nel mondo, di cui il 90% si trova in paesi a medio-basso reddito pro-capite, i quali vengono massivamente sfruttati per mantenere economica la produzione degli abiti. L’industria tessile e’ seconda al mondo per inquinamento prodotto e tra le prime per il consumo energetico e di risorse naturali.

Gran parte dei vestiti prodotti con cotone (una delle piante che richiede più acqua e pesticidi per poter crescere- Niinimäki et al. 2020 ) o poliestere (derivato del petrolio). I coloranti usati durante la produzione sono spesso lasciati defluire nelle acque locali senza trattamenti, disperdendo metalli pesanti e tossine nocive per la fauna e la popolazione locale.

I vestiti di fast fashion hanno spesso una durata di vita estremamente breve, diventando velocemente rifiuti venendo smaltiti come rifiuto solido ed accumulandosi nelle discariche. Si arriva a 17 milioni di Kg all’anno solo in America.

Cosa può fare il cittadino per limitarla

Il metodo più facile ed effettivo che un cittadino può adottare per diminuire il proprio impatto in ambito di fast-fashion, è selezionare abiti resistenti e prodotti da marchi affidabili sostenibili. Anche se i prezzi sono maggiori, la durata del capo d’abbigliamento andrá ad attenuare l’investimento iniziale.

Scegliere abiti prodotti usando fibre sostenibili, ossia a basso impatto per l’ambiente e non prodotte tramite lo sfruttamento di persone. Ad esempio, la fibra di bambù e canapa necessita di meno acqua e pesticidi rispetto al cotone.

Un altro metodo può essere scegliere abiti prodotti usando fibre riciclate, messi in vendita da numerosi marchi fast-fashion.

Informarsi sui siti dei negozi (o in loco) riguardo le politiche dell’azienda. Per fare ciò, molto spesso é sufficiente digitare su google il nome del marchio seguito da “sostenibile” o “ecosostenibile”. Questo vi permette di scegliere i marchi migliori e decidere quali abiti comprare all’interno del negozio.

Smistamento di centinaia di tonnellate di vestiti in una fabbrica abbandonata per una missione sociale chiamata “Clothing the Loop”. Photo by Francois Le Nguyen on Unsplash

Articolo di Marika Roma

Fonti:

Bhardwaj, V., & Fairhurst, A. (2010). Fast fashion: response to changes in the fashion industry. The international review of retail, distribution and consumer research, 20(1), 165-173.

Bick, R., Halsey, E., & Ekenga, C. C. (2018). The global environmental injustice of fast fashion. Environmental Health, 17(1), 92.

Cook, S. C., & Yurchisin, J. (2017). Fast fashion environments: consumer’s heaven or retailer’s nightmare?. International Journal of Retail & Distribution Management.

Niinimäki, K., Peters, G., Dahlbo, H., Perry, P., Rissanen, T., & Gwilt, A. (2020). The environmental price of fast fashion. Nature Reviews Earth & Environment, 1(4), 189-200.

Remy, N., Speelman, E., & Swartz, S. (2016). Style that’s sustainable: A new fast-fashion formula. McKinsey & Company, 1-6.