L’estate appena trascorsa è stata difficile sul fronte degli eventi estremi nel mondo.

 

Partiamo da casa nostra. Dopo mesi di siccità, nella serata del 15 settembre le Marche sono state interessate da un temporale autorigenerante, un tipo di perturbazione molto pericoloso, caratterizzato dalla sua capacità di autoalimentarsi e stazionare sulla stessa zona per ore. Abbiamo già parlato di questo evento in un post [2]. Aggiungiamo solamente alcuni dati che al tempo non avevamo.

 

La perturbazione ha portato a precipitazioni molto intense, oltre 400 mm di pioggia cumulata in alcune zone, secondo la Protezione Civile [1]. In meteorologia, 1 mm di pioggia equivale a 1 litro d’acqua su metro quadrato; questo significa che, localmente, sono caduti più di 400 litri d’acqua per metro quadrato nell’arco di poche ore! Questa enorme quantità d’acqua ha portato all’esondazione di fiumi e torrenti, causando molte vittime. Il passaggio di due perturbazioni più piccole il 16 e 17 settembre ha peggiorato ulteriormente la situazione. Ci sono state poi altre alluvioni nelle settimane successive in Campania e Lazio, e anche in Sicilia pochi giorni fa.

 

Parlando delle cause, le elevate temperature della scorsa estate hanno causato un’intensa ondata di calore nelle acque del Mediterraneo purtroppo ancora in corso, con temperature fino a 5°C in più della media [3]. Insieme alla configurazione meteorologica, questo fornisce ai temporali enormi quantità di vapore acqueo che poi viene scaricato al suolo sotto forma di pioggia.

 

L’importanza delle condizioni marine è ancora più grande quando si considerano eventi più estesi, come uragani e tifoni [4]. La stagione degli uragani nell’Atlantico è entrata nel vivo, con Fiona e Ian che hanno entrambi raggiunto il livello 4 di intensità (il secondo più alto). L’Uragano Fiona si è formato il 18 settembre da una tempesta tropicale in transito sul Golfo del Messico, che è caratterizzato da temperature dell’acqua molto elevate in questo periodo dell’anno. L’uragano è passato sopra Porto Rico lo stesso giorno, causando 21 morti e lasciando mezzo milione di persone senza elettricità. Dopo si è spostato verso la Repubblica Dominicana, per poi muoversi verso il Canada, dove ha causato morti e circa 2 miliardi di dollari di danni. Già, in Canada.

 

Immagine satellitare dell’Uragano Fiona prima di colpire le coste della Nova Scotia, in Canada (Crediti: NOAA).

 

Com’è possibile che un uragano possa arrivare così a nord? Tutta colpa della corrente a getto! La corrente a getto (jet stream) è un flusso d’aria che scorre in atmosfera a circa 10 km di quota, a velocità intorno ai 180 km all’ora. Nell’emisfero boreale passa sopra Europa, Asia e Nord America, ma solitamente non è molto stabile. Produce infatti ondulazioni, note come onde di Rossby dal nome del meteorologo svedese Carl-Gustaf Rossby, che hanno enormi effetti sul meteo [5]. Ma non divaghiamo. Come si vede in questa animazione, l’Uragano Fiona si è avvicinato troppo ad una di queste onde ed è stato trasportato dalla corrente fino alle coste della Nova Scotia. 

 

Come abbiamo detto, la stagione degli uragani è nel pieno della sua attività. Nei giorni scorsi abbiamo visto le immagini da Cuba e dalla Florida della devastazione portata dall’Uragano Ian, anch’esso di categoria 4, che ha causato più di 100 vittime. Le aree interessate hanno avuto venti a quasi 250 km all’ora di velocità e onde alte diversi metri, come mostra questo timelapse di Fort Myers in Florida. Mediamente il numero di uragani e tempeste tropicali è aumentato negli ultimi decenni, complice il cambiamento climatico che li sta rendendo più frequenti ed intensi. Oltre alle perdite umane, gli uragani causano enormi danni; la NOAA americana stima il costo degli uragani negli USA tra il 1980 e il 2021 a più di mille miliardi di dollari. 

 

Molto attivo ultimamente anche il settore dei cicloni tropicali nell’Oceano Pacifico, che nell’area si chiamano tifoni. I più degni di nota quest’anno sono sicuramente Hinnamnor e Nanmadol, che hanno raggiunto la categoria di massima intensità prima di perdere intensità e colpire Giappone e Corea, a poche settimane di distanza l’uno dall’altro, causando vittime e danni ingenti. Questa immagine dall’alto di Nanmadol fa capire bene la dimensione e la portata di questi cicloni, che possono raggiungere i 1500 km di diametro (per capirci, più o meno la distanza tra Barcellona e Belgrado in linea d’aria).

 

Il tifone Nanmadol visto dalla Stazione Spaziale Internazionale (Crediti: NASA/Dksiuusususu).

 

Ultimo caso, ma non per importanza, le alluvioni che hanno devastato il Pakistan negli ultimi mesi [6]. Il paese è stato colpito da piogge torrenziali fin dall’inizio della stagione dei monsoni a giugno. Il 2022 è stato già dichiarato dalle autorità pakistane l’anno più piovoso dall’inizio delle rilevazioni nel 1961. Le piogge sono state 10 volte più abbondanti del normale in alcune aree e hanno causato l’esondazione del fiume Indus. In totale, circa il 10% del paese è finito sott’acqua, equivalente ad un’area grande quanto Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna messe insieme. La valutazione dei danni è ancora in corso, ma l’evento ha interessato più di 30 milioni di persone. Più di 1600 persone sono morte e in centinaia di migliaia hanno dovuto lasciare le loro case. Le alluvioni hanno causato enormi perdite di raccolti e capi di bestiame, tanto da far temere una crisi umanitaria ancora peggiore di quella dovuta all’alluvione in sé. 

 

Molti descrivono questi eventi estremi come appartenenti alla recente “crisi climatica”, causata dal cambiamento climatico indotto dalle attività umane, c ripercussioni ecologiche, politiche e sociali. Il loro costo umano ed economico è enorme e va affrontato a monte, migliorando la nostra capacità di adattamento agli eventi estremi (costruzione di infrastrutture per proteggere le zone costiere, miglioramento dei sistemi di allerta, riduzione del rischio idrogeologico, …), oltre a politiche di mitigazione volte alla riduzione delle emissioni di gas serra [7]. Costa di più non farlo, letteralmente. 

 

FONTI

[1] https://www.regione.marche.it/portals/0/Protezione_Civile/Manuali%20e%20Studi/Rapporto_Evento_preliminare_20220915.pdf

[2] https://www.facebook.com/noidiminerva/photos/a.165669496960765/1983964428464587/

[3] https://www.esa.int/Applications/Observing_the_Earth/Mediterranean_Sea_hit_by_marine_heatwave

[4] https://scied.ucar.edu/learning-zone/storms/how-hurricanes-form

[5] https://science.howstuffworks.com/environmental/earth/geophysics/rossby-waves.htm

[6] https://www.bbc.co.uk/news/world-asia-62728678

[7] https://www.lifegate.it/mitigazione-adattamento-cambiamenti-climatici