Nel 1998, la Provincia di Modena ha promosso un’iniziativa per informare la popolazione sui danni causati dalle nutrie. Questa ha raccolto fin dall’inizio l’adesione dei Consorzi di Bonifica, preoccupati soprattutto per la stabilità delle arginature e del Servizio faunistico,  interessato anche alla possibilità di poter migliorare la prevenzione dei danni alle produzioni seminative e legnose diffuse nelle aziende agricole modenesi.

In questo documento sono riportate alcune figure che spiegano come le tane degli animali possano creare delle vere e proprie gallerie all’interno degli argini.

1-2Figure disegnate da D. Cantarelli.

Un argine mantiene la sua funzione grazie a due caratteristiche: il suo peso e la resistenza che oppone al passaggio dell’acqua al suo interno (impermeabilità). L’energia che l’acqua possiede e che la spinge ad attraversare i materiali che costituiscono un argine è, con buona approssimazione, rappresentata dal suo “livello piezometrico”, cioè l’altezza in cui la pressione dell’acqua è uguale alla pressione atmosferica. Più questa altezza è elevata e più energia possiede.L’acqua tenderà sempre a fluire da un punto con livello piezometrico maggiore ad uno con altezza piezometrica minore, seguendo il percorso che le permette di muoversi più velocemente. Se, per un qualche motivo, un argine perde massa, può non riuscire più a contrastare l’azione della pressione dell’acqua e subirà delle deformazioni che lo possono portare alla rottura.

Di seguito vediamo uno schema dei principali meccanismi di rottura di un argine.

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Nel caso del sifonamento, più è lungo il tratto di argine attraverso cui l’acqua deve filtrare e più energia viene spesa. Se all’interno del rialzo si trova un percorso di scorrimento senza alcun ostacolo, l’energia dissipata diminuisce drasticamente. All’acqua resta un’energia che la spinge ad una velocità elevata, ciò le consente di spostare i singoli granelli dell’argine.

Il fenomeno si autoalimenta: una volta che le particelle cominciano a spostarsi non oppongono più resistenza allo scorrere dell’acqua che, aumentando di velocità, può smuovere particelle di dimensioni maggiori.

Lo scavo delle tane produce delle gallerie in cui l’acqua può fluire senza alcun ostacolo e quindi senza dissipare energia. Il percorso che l’acqua deve fare prima di trovare una via dove può fluire liberamente fino alla superficie diventa, in questo modo, molto più breve di tutto lo spessore dell’argine, rendendo quest’ultimo molto meno resistente.

4Fase 1: argine non danneggiato.

5Fase 2: tane di animali presenti nell’argine.

6Fase 3: l’acqua scava via materiale dall’argine e ne provoca il collasso.

Una volta che il passaggio dell’acqua è cominciato, se non si interviene rapidamente con dei sacchi di sabbia disposti a “coronella” per diminuire la differenza di quota tra l’acqua dentro l’argine e quella all’esterno, si ha un crollo catastrofico. L’acqua fluendo, toglie materiale al di sotto dell’argine, facendolo crollare sotto il suo stesso peso e cancellandolo per lunghi tratti.

7Alcuni gamberi rossi della Louisiana, fotografati dall’autore in un pozzetto di un impianto di irrigazione nel modenese (2008).

Di Gilberto Bonaga.