Ció che non ti uccide NON ti rende piú forte 

Quante volte lo abbiamo usato questo detto? Anche con altre sfumature magari, tipo “quello che n’ammazza, ingrassa” derivato dalla tradizione popolare per cui ancora ingrassare era cosa buona e giusta (grazie nonna). 

Ma c’è voluto proprio uno studio dell’Università del Texas per farci smettere di usare questo proverbio. 

In un articolo del 9 Gennaio infatti, viene scritto che quello che non ti uccide, ti lascia dei danni mentali non indifferenti. 

Il Texas è un paese leggermente sfigato, spesso interessato da alluvioni, incidenti industriali, tornado e uragani. 

Dando retta al sopracitato proverbio, i texani dovrebbero essere tutti lupi maschi alpha con una forza d’animo che William Wallace scansati proprio. 

Invece, quando non siamo in un film di Mel Gibson, noi umani abbiamo un organo che risente di certi eventi, anche se tendiamo spesso a dimenticarlo: il cervello. 

In questo studio si prende in considerazione una bella fetta di popolazione del Texas analizzando i disastri naturali degli ultimi 5 anni: il 96,3% della popolazione è stato colpito da uragani e alluvioni, il 96% (poco meno) da incendi, 87% da fuoriuscita di sostanza chimiche e l’80% da tornado. 

Su questi soggetti è stato eseguito un test per valutare la salute mentale, il MCS (Mental component summary) che include fattori come la vitalità, la funzionalità sociale, la reattività, l’emotività. 

Texas map

Dai risultati è emerso che i punteggi nel test dei soggetti interessati da disastri naturali erano piú bassi, sottolineando un problema di mental health non indifferente. 

Quando qualcosa di disastroso accade, come anche un terremoto, i piani d’azione riguardano dapprima la garanzia dei bisogni primari come cibo, acqua, cure mediche, ecc; poi la ricostruzione della comunità, con case, scuole, chiese e ospedali.

La salute mentale, è vista purtroppo come un lusso, non come un bisogno primario, e non sono mai sufficienti gli interventi per prevenire i danni mentali subiti a causa di un trauma del genere. 

La pandemia è un disastro naturale che rientra perfettamente nei casi citati sopra; e solo ora si parla di porre attenzione agli effetti che l’isolamento, la malattia, l’idea di contagio e contatti positivi e la limitazione delle libertà personali potranno avere sulla nostra salute mentale. Ancora nessun progresso è stato fatto in termini di prevenzione e cura dei vari effetti che questa situazione avrà sulla nostra mente che, ricordiamo, non è una cosa astratta, ma è esattamente un organo, con un suo peso, un suo ruolo e un suo equilibrio. 

Fonte: 

Texas A&M University. (2022, January 16). Repeated exposure to major disasters has long-term mental health impacts. ScienceDaily. Retrieved January 20, 2022 from www.sciencedaily.com/releases/2022/01/220116081920.htm