Arcimboldo, artista milanese del ‘500, passò alla storia per le sue opere ironiche e bizzarre. L’Autunno del Louvre (1573), nell’immagine in alto, fa parte di una serie di quattro opere rappresentanti le quattro stagioni. I volti di questi dipinti vengono ottenuti assemblando vegetali caratteristici del rispettivo periodo dell’anno. Nell’Autunno, ad esempio, il volto di un uomo ha grappoli di uva come capelli, una zucca come cappello, una pera come naso, una castagna come bocca, un fungo fa da orecchio, un fico da orecchino ed una melagrana sostituisce il mento. Così Arcimboldo diventa, inconsapevolmente, il nostro influencer per ricordare l’importanza del cibo di stagione! Lungi dal pittore, ovviamente, l’idea di fare educazione alimentare!

Un alimento di stagione, è quello prodotto in campo aperto, oppure in serra, senza l’uso di luce e/o riscaldamento aggiuntivo. La scelta di frutta e verdura di stagione è ritenuta opportuna e consigliabile per almeno due grandi motivi: fa bene a chi la consuma, perché sono prodotti che vengono colti nella corretta fase di maturazione, e fa bene all’ambiente, perché per coltivarli sono necessari meno fertilizzanti, trattamenti e un minor dispendio di energia.

Bisogna comunque fare una considerazione: la stagionalità degli alimenti dipende dall’area geografica! Nel nostro Paese, ad esempio, i prodotti siciliani arrivano a maturazione in un periodo diverso da quelli veneti. Inoltre le condizioni climatiche e le caratteristiche del terreno, possono favorire colture differenti. Come possiamo abbinare dunque un’alimentazione sostenibile ad un’alimentazione varia? Alcune valutazioni recenti indicano, che l’importazione di prodotti provenienti da aree distanti, potrebbe comportare un impatto sull’ambiente minore rispetto alla coltivazione locale in serra o alla conservazione del prodotto in frigorifero per i mesi durante i quali il prodotto non è disponibile. “Il chilometro zero” dunque va bene, purché sia di stagione. Altrimenti si possono scegliere alimenti che arrivano da lontano, ma coltivati in modo sostenibile. Altra cosa da prendere in considerazione, è l’influenza del cambiamento climatico e delle tecniche di produzione, sulla disponibilità del cibo nel mercato.

A proposito di cibo e sostenibilità, il goal 2 dell’Agenda 2030 ha proprio questo tema. Si tratta di un insieme di azioni sottoscritte da 193 Paesi delle Nazioni Unite. Comprende 169 obiettivi (Goals) da raggiungere entro il 2030, di cui 17 di sviluppo sostenibile. Il titolo dell’obiettivo 2 è: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile. Oltre all’eliminazione della fame, l’obiettivo 2 si prefigge dunque di migliorare la qualità dell’alimentazione e di attenzionare aspetti economici e ambientali. Il tema dell’agricoltura sostenibile inoltre si affronta anche in altri obiettivi dell’Agenda, come nell’obiettivo 13: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Insomma, scegliere il cibo è un’arte e Arcimboldo di certo era un’artista!

Fonti:

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2915_allegato.pdf

https://unric.org/it/agenda-2030/